Con Extinction Rebellion per la giustizia climatica

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Eventi e Iniziative

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Abbiamo accolto con entusiasmo l’invio a partecipare come Rete In Difesa Di a questa importante conferenza stampa, convocata per denunciare per l’ennesima volta il ricorso diffuso a pratiche repressive riguardo il diritto alla libertà di associazione ed espressione di movimenti per la giustizia climatica quali Extinction Rebellion.

Ringrazio Annalisa Gratteri per l’invito a partecipare a nome della rete ma essendo attualmente in Ecuador non mi è possibile partecipare di persona ma desideriamo affidare a questo breve messaggio la nostra manifestazione di sostegno e piena solidarietà

Lo abbiamo già fatto in precedenza sempre qua, a Torino, nell’aprile scorso intervenendo nel corso di. Una conferenza alla quale, grazie al lavoro di Amnesty International, abbiamo avuto con noi il relatore speciale ONU per i difensori dell’ambiente Michel Forst da noi invitato in Italia in visita accademica.

Come rete In Difesa di siamo attivi, con le associazioni che ne fanno parte, da ormai 7 anni su tematiche relative ai difensori dei diritti umani, dapprima all’estero, e da qualche anno anche nel nostro paese.

In questa occasione, desideriamo sottolineare con vigore che il nostro paese è tenuto a rispettare e tutelare le attività dei difensori dei diritti mani anche al suo interno. E per difensori dei diritti umani, secondo la definizione contenuta nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani (che lo scorso anno ha celebrato il suo 25esimo anniversario) si intendono anche coloro che, a titolo individuale o collettivo, si impegnano per il rispetto dei diritti dell’ambiente attraverso pratiche nonviolente. Pertanto, oggi gli attivisti ed attiviste, spesso descritti da taluna stampa o decisori politico come ecovandali o ecoterroristi, stanno operando assolutamente all’interno dei criteri internazionalmente riconosciuti riguardo  la tutela e promozione dei diritti umani.

Ci teniamo anche a ricordare come questi diritti, il diritto alla partecipazione, all’associazione, all’accesso all’informazione, al ricorso alla giustizia siano consacrati anche nella Convenzione di Aarhus sulla democrazia ambientale di cui il nostro paese è parte.

Non stupisce pertanto che il relatore speciale ONU, figura creata all’interno di tale Convenzione, stia seguendo con grande preoccupazione ed attenzione la situazione in Italia ed in altri paesi europei. Inoltre, l’Italia in quanto membro dell’OSCE è tenuta a rispettarne le linee guida per i difensori dei diritti umani. Il ricorso a strumenti di diritto penale e civile per reprimere, disincentivare o criminalizzare chi oggi esercita il diritto sacrosanto a proteggere l’ambiente, ed anche la salute dei cittadini, l’uso di fogli di via, e DASPO che limitano la libertà di circolazione, la comminazione di multe ingenti mirate ad inibire il diritto alla libertà di associazione, sono pertanto in chiara violazione o per lo meno pregiudicano il rispetto pieno  di questi obblighi internazionali del paese.

Altro punto che ci preme sottolineare è come il ruolo della società civile e dei movimenti nel contribuire all’attuazione degli accordi per il clima di Parigi sia ormai considerato come essenziale dalla comunità internazionale. Oggi chi scende in piazza, con modalità nonviolente, come nel caso di XR!, o anche di Ultima Generazione o Fridays for Future, svolge un ruolo essenziale nel contribuire alle politiche di mitigazione e riduzione delle emissioni, puntando il dito su ritardi ed incongruenze che pregiudicano il contributo  che il nostro paese può offrire nella lotta ai cambiamenti climatici. Il   contributo dei movimenti ed anche delle iniziative di mobilitazione nonviolenta e delle azioni dirette nel ridurre le emissioni di gas serra è riconfermato da importanti ricerche indipendenti e stride con la modalità con la quale le autorità del nostro paese affrontano la questione. A maggior ragione a fronte dei recenti dati diffusi dall’UNEP riguardo la crescita esponenziale nei prossimi anni dell’estrazione di combustibili fossili a livello globale. Secondo quanto dimostrano i dati relativi all’aumento delle violazione dei diritti dei difensori dell’ambiente su scala globale, tali violazioni aumentano in parallelo all’espansione della frontiera estrattivista, e rischiano di accompagnare anche i futuri programmi di transizione ecologica.

Esiste pertanto una forte correlazione tra il rispetto del diritto a difendere l’ambiente e la salute pubblica, del diritto a mobilitarsi per contribuire all’adozione di effettive ed efficaci politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, e di mitigazione e riduzione delle emissioni.

Come rete In Difesa Di, ci siamo messi a disposizione con le nostre competenze e relazioni, per facilitare opportunità di scambio e condivisione tra i vari movimenti e realtà di protezione del territorio, per la giustizia climatica ed ambientale che nel nostro paese, seppur con modalità diverse, soffrono le conseguenze della stessa strategia di delegittimazione e criminalizzazione. Assieme ad Osservatorio Repressione stiamo lavorando ad un libro bianco scritto collettivamente assieme a legali, associazioni e movimenti, nel quale faremo il quadro della situazione in Italia e formuleremo una serie di proposte concrete per garantire il rispetto dei diritti di chi difende i diritti. Lo diffonderemo nel paese ed anche a livello internazionale, contando di poter così creare reti di solidarietà transnazionale, e di esporre al più alto livello le violazioni dei diritti umani che vengono perpetrate nei confronti degli attivisti ed attiviste.

Per la difesa dei nostri diritti e di quelli della Madre Terra.