Esperti ONU denunciano le crescenti restrizioni di Israele verso chi difende i diritti umani

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Due Esperti indipendenti delle Nazioni Unite chiedono al governo israeliano di assicurare il pieno rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dei difensori e difensore dei diritti umani e delle organizzazioni per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati. Il Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori Palestinesi Occupati dal 1967, Michael Lynk, e il Relatore Speciale ONU sui Difensori/e dei Diritti Umani Michel Forst, affermano che i difensori e difensore dei diritti umani nella regione stanno subendo crescenti restrizioni alle loro attività  da parte di Israele. “Siamo profondamente preoccupati per gli ultimi ostacoli introdotti al lavoro prezioso fatto dagli attivisti per i diritti umani – palestinesi, israeliani ed internazionali – che svolgono inchieste, fanno campagne e si mobilitano pacificamente riguardo la situazione dei diritti umani nel Territori Palestinesi Occupati” hanno dichiarato. “Israele secondo il diritto internazionale è obbligata a proteggere i difensori dei diritti umani e promuoverne il lavoro – hanno aggiunto di due Relatori Speciali . “Le attività di queste persone sono essenziali per assicurare la protezione effettiva di quelle persone e comunità,  i cui diritti fondamentali sono sotto minaccia.  Tuttavia, sembra che le ultime iniziative da parte di Israele siano rivolte contro questi attivisti ed attiviste, pregiudicando così i loro sforzi  per la difesa dei diritti umani”. Tre sviluppi recenti erano al centro della preoccupazione dei Relatori Speciali: anzitutto la repressione da parte dell’esercito israeliano di una protesta il 24 febbraio nella quale è stato fatto ricorso a gas lacrimogeni, proiettili di gomma e bombe sonore. La protesta pacifica, organizzata ogni anno da varie organizzazioni per i diritti umani, riunisce palestinesi ed israeliani. I manifestanti chiedevano la riapertura di Shuhada Street, il vecchio centro commerciale di Hebron, chiuso ai palestinesi da quando, nel 1994, un colono israeliano uccise a colpi d’arma da fuoco 29 palestinesi in preghiera nella Moschea di Ibrahim. I Relatori hanno anche espresso preoccupazione riguardo una legge presentata alla Knesset, che, se approvata, richiederebbe a tutte le ONG israeliane che ricevono oltre la metà dei fondi da fonti pubbliche estere di pagare delle parcelle per ogni richiesta di accesso ad informazioni fatta secondo il Freedom of Information Act. Questa norma, che colpirebbe principalmente le organizzazioni per i diritti umani, è solo l’ultima di una serie di leggi discusse o approvate dalla Knesset, rivolte specificamente contro i difensori e difensore dei diritti umani israeliani, allo scopo di ostacolarne le  iniziative. Un’altra legge approvata nel luglio 2016 obbliga le organizzazioni che ricevono oltre la metà dei loro finanziamenti da fonti pubbliche straniere, la stragrande maggioranza delle quali sono organizzazioni per i diritti umani,  di indicarlo nelle loro pubblicazioni. I due Relatori hanno sottolineato come ciò potrà avere un grave effetto sul loro lavoro sui diritti umani, distorcendo anche la percezione dell’opinione pubblica nei confronti delle organizzazioni per i diritti umani. Infine  i due Relatori hanno criticato la decisione del governo israeliano di negare un visto di lavoro ad uno dei ricercatori di Human Rights Watch, organizzazione che ha lavorato in Israele per circa trent’anni. “Chiediamo che il governo israeliano rispetti pienamente i diritti fondamentali  e le libertà dei difensori e difensore e delle organizzazioni in difesa dei diritti umani,  – hanno aggiunto di due Relatori speciali – in particolare chiediamo al governo di rispettare e sostenere il diritto a riunirsi in maniera pacifica, a ritirare e annullare tutte le norme restrittive nei confronti dei difensori e difensore dei diritti umani, e a permettere a organizzazioni internazionali per i diritti umani quali Human Rights Watch, di operare liberamente in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati”. I due Relatori Speciali continueranno a monitorare la situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati e ribadiscono la loro richiesta di poter svolgere una missione in loco il prima possibile. Clicca qui per leggere la versione originale in inglese, pubblicata il 3 marzo 2017. Per ulteriori notizie sugli attacchi contro i difensori e le difensore nei Territori Palestinesi Occupati: https://www.frontlinedefenders.org/en/location/occupied-palestinian-territory