Difendere i diritti in Egitto

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A tre anni dal colpo di stato di El Sisi, in Egitto la situazione per i difensori e le difensore dei diritti umani è sempre più preoccupante e in vista delle elezioni il prossimo marzo si teme una nuova ondata repressiva contro gli oppositori del regime. I comportamenti e le procedure giudiziarie sono fortemente distorti e saldamente in mano al governo militare, e lo stato di diritto è quanto di più lontano. Sono circa 300 gli avvocati arrestati negli ultimi tre anni, e molti sono tuttora detenuti, anche a causa della loro attività di difensori di indagati per terrorismo. Si riportano inoltre torture sistematiche (ed altrettanto sistematicamente impunite) e la pena di morte è comminata su vasta scala. Gli avvocati e i difensori dei diritti umani che osano esporsi direttamente spesso pagano carissima questa esposizione: Karim Hamdy, un avvocato di 27 anni, nel febbraio 2015 fu sequestrato dalle forze di sicurezza, selvaggiamente torturato e ammazzato. Le donne avvocate e difensore dei diritti umani sono particolarmente a rischio. Ad esempio Yara Sallam, avvocata femminista, nel 2014 fu a arrestata insieme a circa 30 attivisti durante una manifestazione pacifica, per avere documentato sistematicamente la violenta repressione delle proteste anti-governative, che portò alla morte di oltre 1.000 persone. Yara fu liberata dopo oltre un anno di carcere. Dal 25 al 28 dicembre 2017, una delegazione di tre avvocati italiani – in rappresentanza dell’Unione delle Camere penali Italiane (Progetto “ endangered lawyers | avvocati minacciati ”), dell’AED Avocats Européens Démocrates/ European Democratic Lawyers, della Fondazione Day of the Endangered Lawyer, dei Giuristi Democratici Italiani e dell’ELDH (European Association of Lawyers for Democracy and Human Rights) – ha visitato il Cairo per incontrare un gruppo di giuristi egiziani. La missione ha evidenziato l’attuale situazione di vulnerabilità delle avvocate e avvocati difensori dei diritti umani in Egitto, aggravata dalla tensione derivante dal clima pre- elettorale. Nelle conclusioni del report, si auspica da parte dell’avvocatura italiana ed europea: • la manifestazione di solidarietà, mediante lettere di supporto, per gli avvocati e le avvocate minacciate, ed in favore delle attiviste e degli attivisti per i diritti umani; • una maggiore diffusione di informazione sui numeri delle sparizioni forzate; • un maggiore impegno per supportare la richiesta di sospensione delle esecuzioni delle condanne a morte. • l’aumento delle pressioni politiche sull’Egitto per la firma e la ratifica del secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici. Qui il report completo della delegazione: Difendere i diritti in Egitto